La leggenda della pastiera napoletana

 




La nascita della pastiera napoletana

La nascita della pastiera e la storia della città di Napoli sono strettamente legate da una leggenda, secondo cui Parthenope, una delle tre sirene che cercarono di ammaliare Ulisse, scelse il golfo napoletano come sua dimora, dalla quale ogni primavera usciva per salutare e allietare l’intera città di Neapolis con i suoi canti d’amore, attraverso i quali trasmetteva affetto e gioia di vivere.

Per ringraziarla del gradevole canto che avevano la possibilità di udire, i napoletani decisero di donarle quanto di più pregiato possedevano
Fu così che vennero scelte sette fanciulle tra le più graziose della città, con l’incarico di consegnare alla sirena un dono ciascuno:

farina, come simbolo della prosperità della campagna;
ricotta, dono dei pastori;
uova, simbolo di ricchezza e fecondità;
grano bollito nel latte, simbolo della nascente vita;
acqua di fiori d’arancio, come profumo della terra napoletana;
spezie, come simbolo dell’accoglienza che la città di Neapolis riservava a tutti i popoli che vi giungevano.zucchero, simbolo per eccellenza della dolcezza.

Sette doni molto apprezzati dalla sirena e dagli Dei, dinanzi ai quali li portò per dare prova della generosità del popolo napoletano.

Questi, entusiasta della gustosità dei prodotti, decisero di mescolarli, al fine di realizzare una pietanza talmente squisita da eguagliare la gradevole armonia del canto della sirena Parthenope: fu così che nacque la famosa pastiera napoletana.

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Una seconda leggenda invece, vede come protagonista il mare
Sembra infatti che in tempi remoti, sulle spiagge di uno dei quartieri più suggestivi di Napoli, Mergellina, le consorti dei pescatori, durante un rito propiziatorio in mare, abbiano portato sette ceste contenenti ricotta, farina, uova, burro, grano, frutta candita e fiori d’arancio, al fine di far rientrare i propri mariti in salute sulla terraferma.

Il mattino successivo però, quando le donne sopraggiunsero sulla spiaggia per attendere il rientro dei coniugi, si accorsero che le acque del mare avevano amalgamato tutti gli ingredienti e che in una delle loro ceste era comparso un dolce mai visto prima, proprio la pastiera.

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Una Terza leggenda invece si parla delle sette strisce sulla pastiera.

È sorto un altro dubbio circa le strisce di pasta frolla da collocare sulla sua superficie: alcuni sostengono che debbano essere sei, altri invece sette. In realtà non vige una regola ufficiale che impone un esatto numero di strisce di frolla che devono esserci sulla pastiera napoletana, dunque per risalire ai motivi originari di questa scelta, occorre volgere lo sguardo al passato della realtà, si dice in questa leggenda che
 la forma che devono andare a comporre. Le strisce, 4+3, saranno disposte in modo da creare dei rombi e questo è dovuto al tentativo di bloccaggio del processo che porta l’impasto a “lievitare”, e la forma romboidale delle strisce di pasta frolla frena l’amalgama.

Ma la vera tradizione antica dice che la pastiera va preparata il giovedì o il venerdì santo in modo tale di avere il tempo di assestarsi per poi essere gustata il giorno di Pasqua accompagnato da un ottimo limoncello. 



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