Il Crocifisso miracoloso


Napoli 



Chiesa del Carmine Piazza mercato 



Crocifisso Miracoloso


Una leggenda narra che  Alfonso  d'Aragona, dopo un primo tentativo fallimentare teso alla conquista di Napoli, riprovasse ad accaparrarsi il capoluogo campano alcuni anni più tardi grazie ad un esercito al cui comando venne posto il fratello Piero. Gli Angioini   e gli Aragonesi si stavano contenendo Napoli che, proprio in quel particolare periodo storico, subiva il regno di Renato d'Angiò . Il sovrano aveva collocato le sue artiglierie sul maestoso campanile della Chiesa del Carmine.  Purtroppo il 17 ottobre 1439 l’infante don Pietro, fratello d’Alfonso, notò uno strano movimento nei pressi del famoso campanile tanto bastò affinché l’uomo ordinasse ai suoi di fare fuoco proprio in detta direzione.
Il colpo di una bombarda, chiamata la "Messinese" , attraversò il muro della Basilica, penetrando al suo interno. Il crocifisso sarebbe andato completamente distrutto se il Cristo che vi era adagiato sopra non avesse avuto la prontezza di chinare il capo. In tal modo solo la corona di spine saltò via. La palla, ancora oggi conservata nella cripta della Chiesa, rotolò quindi sulle assi di legno producendo un gran fragore. La notizia del ‘miracolo del crocifisso’ volò veloce di bocca in bocca fino ad arrivare alle orecchie di Alfonso d'Angiò. Il principe spagnolo fu così impressionato dalla vicenda tanto da ordinare a suo fratello Pietro di interrompere i bombardamenti. L’infante però disobbedì alla volontà sovrana e questo atteggiamento gli valse la vita.
Il giorno seguente, infatti, mentre l’infante dava di nuovo ordine di azionare la ‘Messinese’, un colpo angioino partito dal campanile, dalla bombarda ‘la Pazza, tranciò di netto la testa del fratello di Alfonso d'Aragona. Quest’ultimo scosso dal lutto decise di togliere l’assedio ma quando, nel 1442, tornò di nuovo alla carica ordinò perentoriamente al suo esercito di non mirare per alcun motivo in direzione della Basilica del Carmine Maggiore. Il 2 giugno, dopo aver sconfitto finalmente i francesi, il principe spagnolo faceva il suo ingresso trionfale in città. Il suo primo pensiero fu quello di recarsi presso la chiesa che custodiva il miracoloso crocifisso ligneo per venerarlo e per chiedere perdono dell’atto sconsiderato del fratello. Alfonso d’Aragona però non si fermò alla banale prostrazione.
Il sovrano, infatti, fece costruire dal Maestro Antonio Curata un sontuoso tabernacolo che potesse ospitare il crocifisso. Purtroppo l’edicola non venne completata in tempo e fu portata a compimento solo dopo la morte del Re. Era il 26 dicembre del 1459. Mai data fu più profetica. Da allora, infatti, ogni anno, a partire proprio dal giorno in cui si celebra Santo Stefano fino al due gennaioe di nuovo nel periodo di Quaresima, l’immagine viene svelata ai fedeli. Tale usanza continuò anche nei secoli a venire ma fu, soprattutto, nel corso del Seicento, che l’abitudine di recarsi presso il crocifisso ligneo assunse un significato particolare, quasi ‘miracoloso’. Napoli, infatti, nel 1676, venne risparmiata da una terribile tempesta per intercessione, almeno così leggenda narra, del crocifisso svelato in via eccezionale per l’occasione nefasta. Ed è proprio questo il motivo per cui anche durante il periodo di Quaresima i fedeli possono godere della magnifica vista dell’imago di matrice cristiana.
Ti racconto un sogno di angeli 
😇 🙏 🌹
  


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